REGGINA, la maledizione del responsabile del settore giovanile: cinque in quattro anni! Tocca alla proprietà: cosa fare del vivaio?

27.11.2019 10:59 di Giovanni Cimino Twitter:    vedi letture
REGGINA, la maledizione del responsabile del settore giovanile: cinque in quattro anni! Tocca alla proprietà: cosa fare del vivaio?
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© foto di Sarah Furnari/TuttoLegaPro.com

I tempi del settore giovanile modello in tutta Italia e che sfornava calciatori che poi crescevano e ingrossavano a dismisura le casse sociali, sono ancora da venire. Anche sotto la gestione Gallo, il vivaio della Reggina è alla perenne ricerca di una precisa identità.

Il più grande rimpianto dell'era Foti (altro che marchi, loghi e matricole varie ed eventuali) è l'organizzazione e l'incredibile prolificità di un settore che sceglieva, allevava e faceva sbocciare calciatori che oggi giocano in Nazionale o in serie A, vedi i vari Di Lorenzo, Missiroli e Barillà, solo per citarne alcuni e di esempi più recenti.

Nel post-fallimento, più che calciatori in erba, il settore giovanile sta sfornando solo "vittime" relativamente ai responsabili. Sergio Campolo, Pietro Armenise, Emanuele Belardi,. Carmelo Romeo e ora Alessio Spataro, chi per un motivo, chi per un altro, hanno dovuto gettare letteralmente la spugna. Cinque "direttori" saltati in quattro anni di esistenza del club: davvero troppi!

Eppure i talenti ci sono, eccome, eppure l'anno scorso i risultati erano stati davvero scintillanti, nonostante tutte le difficoltà gestionali, economiche o quant'altro. E peraltro la Reggina, nei tanti vituperati anni di Praticò, ha piazzato più di qualche talento nelle squadre di A e B, uno su tutti Maressa all'Empoli (poi passato alla Juventus) e oggi nel giro della Nazionale italiana Under 15, con relativo introito per il sodalizio amaranto.

Il settore giovanile però non si improvvisa e ogni dettaglio fa la differenza. E' importante, ma non basta avere i campi di allenamento, o, per assurdo, è inutile avere il Sant'Agata se non si riesce a far sbocciare qualche calciatore dal proprio vivaio. E allora, a prescindere dalla figura che sarà indicata come responsabile (Ciccio Cozza è in corsa), vanno messi gli uomini giusti al posto giusto e la società, a partire dalla proprietà, deve capire cosa vuole fare di questo settore giovanile: vivacchiare o provare a brillare? I tempi delle giovanili di Foti e di tutti gli altri protagonisti (non facciamo altri nomi perché dimenticheremmo certamente qualcuno) sono probabilmente irripetibili, ma un buon vivaio è possibile crearlo, i presupposti ci sono e vanno colti: se c'è effettivamente la volontà...