APOCALISSE ITALIA - Agenore Maurizi commenta sui social: "Fallimento che arriva da lontano, ora ci vuole tempo e competenza per ricostruire"

14.11.2017 11:45 di Redazione Tuttoreggina Twitter:    vedi letture
APOCALISSE ITALIA - Agenore Maurizi commenta sui social: "Fallimento che arriva da lontano, ora ci vuole tempo e competenza per ricostruire"
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© foto di Prospero Scolpini/TuttoLegaPro.com

Sono le ore delle riflessioni, delle analisi e delle possibili soluzioni. L'Apocalisse del calcio italiano, con la Nazionale rimasta fuori dal Mondiale 2018, ha fatto cadere nella depressione un intero movimento.

Il tecnico della Reggina, Maurizi, in passato anche responsabile dei giovani della serie D e dunque coinvolto nei quadri dirigenziali della Federazione, ha voluto analizzare sul suo profilo social, l'eliminazione azzurra:

"È difficile commentare una mancata qualificazione al mondiale, soprattutto perché il calcio in Italia è lo sport di gran lunga principale e quello più giocato. Credo che il problema del calcio, da cittadino, sia lo stesso di tutti gli altri settori. Una nazione in evidente difficoltà economiche, morali e priva di idee, dove la popolazione è in preda ad una crisi di nervi. Dispiace molto per i dirigenti federali, per i calciatori, per lo staff tecnico e per tutte quelle aziende che potevano creare un business con la partecipazione al mondiale di Mosca, ma principalmente dispiace per chi, senza interessi e per sola passione, solo per amore era incollato al televisore nella speranza di alleviare lo stress della vita quotidiana, tifando la propria nazione e sperando nella vittoria per dare un senso di appartenenza che ci fa sentire uniti in quel momento. Se posso fare un commento dico che questa eliminazione, che in queste ore è vista come un dramma sportivo e sociale, è figlia del tempo e della mancanza di programmazione tecnica dei nostri vertici. Viene da lontano come tutte le crisi, e come tutte le crisi può essere considerata un’opportunità. Il calcio di formazione è diverso da quello di prestazione. Ci vogliono centri federali che formino atleti di calcio, ci vogliono accademie private che formino atleti di calcio, in collaborazione con il ministero della pubblica istruzione. Ci vogliono riforme che tolgano la pressione del risultato nelle fasce di età della formazione, non perché giocare per vincere sia sbagliato, ma nella formazione la partita deve essere vista solo come un fatto isolato che rappresenta un progresso nella formazione stessa. Ci vogliono anni di ristrutturazione, ci vogliono investimenti finalizzati, ci vogliono idee e competenze. Ci vuole tempo, il tutto e subito non è mai possibile. Infine come uomo posso dire che mi dispiace per tutti i veri amanti del calcio italiano e per tutti quegli adolescenti che giocando al calcio hanno un sogno nel cassetto. Non smettete mai di sognare e lottate per i vostri sogni, tenendo ben presente che si può vivere bene e sereni anche senza diventare giocatori di calcio".