Un Derby senza tifosi è triste, ma...

01.09.2016 13:45 di  Giovanni Cimino  Twitter:    vedi letture
Un Derby senza tifosi è triste, ma...
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© foto di Sarah Furnari/TuttoLegaPro.com

Reggina-Messina, la gara forse più attesa dell'anno da parte della tifoseria amaranto, si giocherà senza il pubblico giallorosso.

Sarà una sfida in tono minore, senza il tradizionale calore e "pepe" della sana rivalità che ha contraddistinto spesso le sfide calcistiche tra le due sponde dello Stretto. Ma sottolineiamo "sana", un concetto che ci tornerà utile in seguito.

Il divieto della Prefettura di Reggio, avallata dall'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, ha reso impossibile la trasferta dei tifosi peloritani. Ci preme, in questa sede, esprimere alcuni concetti.

Che la mancata presenza al Granillo dei supporters messinesi sia non solo un danno alle società ma anche una "ferita" alla parte sana del tifo, che vive anche di questi eventi per poter sentirsi orgogliosa dell'appartenenza, è innegabile e a dire il vero "smonta" l'attesa per ciò che doveva essere e invece non lo sarà. Ma, stavolta, le Istituzioni, calcistiche e non, centrano ben poco.

Crediamo che ogni traguardo e ogni conquista, vada sostanzialmente guadagnata. Nei recenti Derby dello Stretto, la nostra comunità (intesa come area dello Stretto), evidentemente non si è mostrata matura per vivere lealmente e civilmente questi tipo di manifestazioni. I bagni del Granillo devastati, gli autobus della collettività distrutti, persino i bar dei traghetti assaltati o anche bombe carta lanciate sul campo, fumogeni, veri e propri ordigni, in nome non si sa di quale tipo di dimostrazione o affermazione della propria forza. Nell'ultimo confronto tra giallorossi e amaranto, il 30 maggio 2015, chi vi scrive è stato costretto a restare negli spogliatoi dello stadio San Filippo, due ore dopo la fine della gara, a causa delle intemperanze dei "tifosi" del Messina (per estrema fortuna, qualche decina e nulla più) che sfogavano la rabbia per la retrocessione lanciando due bombette, qualche pietra contro le forze dell'Ordine: perché tutto ciò? E sottolineiamo l'estrema civiltà dei tifosi peloritani, nonché di quelli della Reggina, della cosidetta maggioranza silenziosa della platea calcistica delle due città. Invevitabile provare ad evitare altri episodi pericolosi, del resto (ma qui Messina e Reggina non sono chiamate in causa), sono ancora fresche nei nostri occhi, le immagini di Cava dè Tirreni, con la brutale aggressione dei supporters della Cavese a quelli amaranto, un episodio davvero passato in sordina troppo rapidamente, solo perché, miracolosamente, non è successo qualcosa di estremamente grave

Ecco, se consideriamo tutto ciò, le autorità non potevano prendere scelta migliore, affinché (ma ne dubitiamo), si faccia una profonda e sana autocritica e, in futuro, si possa ancora avere la possibilità di seguire queste partite di cartello. Di certo, sia chiaro anche alle autorità, punire anche i tifosi inermi e civili, non rappresenta la panacea di tutti i mali: in questo caso, non fare di tutta l'erba un fascio, è questione di efficenza e correttezza verso chi ancora crede nei valori dello sport e del calcio in particolare.