MELFI-REGGINA 3-0: A CHE GIOCO STIAMO GIOCANDO?

13.11.2016 19:28 di Giovanni Cimino Twitter:    vedi letture
MELFI-REGGINA 3-0: A CHE GIOCO STIAMO GIOCANDO?
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© foto di Federico De Luca

Al di là dei numeri, al di là delle proporzioni delle sconfitte, vogliamo capire sino a che punto si vorrà giocare sulla pelle e sui sentimenti dei tifosi. La sensazione, suffragata dalle parole e persino dai fatti, è che si sta disputando una qualche gara poco chiara all'oscuro di chi segue quotidianamente, anzi minuto per minuto, questa Reggina, che ad inizio stagione ci aveva fatto tornare il sorriso dopo anni di apatia e quasi disamoramento: sta ad altri smentirci. Non esistono soggetti esenti o scevri da responsabilità, questo lo diremo sino a che ci resterà fiato, se si va a picco , tutti dovranno provare a tornare a galla, ammesso e non concesso che ve ne sia la forza. 

 

LE SCELTE - Zeman cambia qualcosina rispetto alle ultime prove, escludendo Cane e proponendo un Maesano che, onestamente, non sembra avere nulla di meno dello svagato terzino ex Barletta. Torna Botta e ci sono sia De Bode in luogo di Gianola, che Coralli al centro dell'attacco. 

 

BUONA PARTENZA, POI NULLA - La Reggina approccia persino bene il match, illudendo che le tre sconfitte potevano essere velocemente catalogate come spiacevole incidente di percorso. E invece, dopo qualche sprint di Oggiano (con sistematica e annessa palla persa), qualche pallone lungo di Botta e qualche inserimento di Bangu, va in scena la brutta copia di quella che dovrebbe essere una squadra di calcio. Il Melfi, per almeno 20 minuti, mette pesantemente sotto la squadra dello Stretto e ci deve pensare Sala a mantenere imbattuta la sua porta e non archiviare la sfida dell'Arturo Valerio già dopo 45 minuti. 

 

L'AVVIO DI RIPRESA E POI IL DISASTRO - Avvio di gara, replicato con un buon avvio di ripresa. Basta leggermente alzare il ritmo per mettere in difficoltà un Melfi onesto ma fragile, ci prova Oggiano, Coralli prova a fare qualche inserimento, Porcino ha anche la palla dello 0-1 e Gragnaniello salva i suoi. Basta però un episodio, anzi il ciclico errore madornale di una difesa in latente crisi, a mettere la gara definitivamente a favore del Melfi: è il 63' quando Laezza beffa Sala, complice anche una deviazione fortuita di De Francesco e di fatto chiude la contesa. Ci pensano poi Gammone, Defendi e De Vena a trasformarsi nella versione lucana del tiki-taka, mandando al bar gli imbarazzanti Cane e De Bode. Sfida in ghiaccio e Reggina impegnata a giocare altre partite, di certo non quelle dove bisogna buttare nella rete avversaria un pallone di cuoio.

 

A CHE GIOCO STIAMO GIOCANDO? - Nel post-gara, le eloquenti dichiarazioni del presidente Praticò e anche dello stesso tecnico Zeman. Si sta perdendo di vista il bene comune, si sta perdendo di vista l'obiettivo fondamentale, quello di voler far ritornare agli antichi splendori questa società e questa squadra e noi tutti, non guarderemo in faccia a nessuno pur di ridare orgoglio e dignità ad una piazza che da inizio stagione sta seguendo con grande passione la sua squadra: appunto, la SUA, di nessun'altro, sopratutto non di chi sulla pelle della stessa Ultracentenaria sia intenzionato a giocare la propria personalissima e egoistica battaglia.