SCOPPIA CASO BARI-CASTEL DI SANGRO - Il servizio de La 7 fa discutere. Gravina (allora pres. Castel di S.): "Caso creato per danneggiarmi"
Ha alzato un vero e proprio polverone lo scoop della trasmissione de La 7 "Non è l'Arena", condotta da Massimo Giletti, che ha reso noto un presunto caso di combine della gara del campionato di serie B 1996-1997, tra il Bari e il Castel di Sangro.
La gara in questione, ultima giornata di quel torneo, sancì la promozione in A dei Galletti, proprio grazie a quel successo.
Nel servizio, parlano due calciatori dell'allora Castel di Sangro, che hanno confessato di aver ricevuto un premio in denaro per perdere la partita contro i Galletti, dell'importo totale di 300 milioni, divisa tra i calciatori che hanno sottostato alla combine.
Ricordiamo che il miracolo Castel di Sangro, presieduto da Gabriele Gravina, proprio l'attuale numero 1 della Lega Pro, arrivava a Bari già salva.
Immediata la reazione dello stesso Gravina, che ha parlato di attacco scientifico nei suoi confronti, ai microfoni di RMC Sport: "... Che senso ha parlare di questa cosa, a distanza di 21 anni? Secondo me è una cosa fatta ad hoc nei miei confronti. Noi non siamo mafiosi. Luca Albieri ha voluto mettersi in mostra ieri sera; nel frattempo è già partita una querela nei suoi confronti. La chiarezza si farà nelle aule del tribunale. Il Castel di Sangro era un modello, non permetterò mai a nessuno di infangare quel magnifico sogno. Io vado avanti per la mia strada, ho le spalle larghe. Questa cosa era stata preparata a tavolino, casualmente proprio prima delle elezioni federali".
Nel servizio, andato in onda ieri sera, l'identità di un calciatore è stata oscurata, mentre ha parlato a "viso aperto" Luca Albieri, uno dei componenti di quel Castel di Sangro.