UN IPOTIZZABILE FUTURO AMARANTO
Volendo ragionare nell’ottica dell’ottimista potremmo dire che la perdita della categoria rappresenta un punto di svolta per il calcio a Reggio. Un vecchio detto locale afferma “ Megghiu na vota mi si russica,ca centu mi si ngiallisci” ( meglio una volta arrossire che cento ingiallire ).Il calcio a Reggio aveva bisogno di arrossire dopo la perdita della serie A, perché ,a parte il primo anno di Atzori, è stato un susseguirsi di delusioni e di promesse mancate.
Dal 20 Maggio 2009, data della matematica retrocessione in serie B, ad oggi, a parte il primo anno di Atzori, c’è stato il continuo avvicendamento di allenatori : Novellino, Iaconi, Breda, Atzori, Breda, Gregucci, Breda, Dionigi, Pillon, Atzori, Castori, Atzori, Gagliardi/Zanin, il che significa 14 allenatori in 5 anni, ovvero 2,8 a stagione che non possono che essere il sintomo del tarlo che ha impietosamente attaccato il calcio a Reggio. La larva non ha un nome scientifico : ieri si chiamava “ carenza di risorse “, oggi alla carenza si è aggiunta la disorganizzazione societaria. Sotto il profilo manageriale sono mancati l’organizzazione volta a razionalizzare le risorse, la pianificazione come organizzazione del futuro, il coordinamento quale intersezione ( punto d'incontro ) dei singoli apporti . L' azienda che presenta queste patologie è destinata a fallire o a non conseguire gli obiettivi, se sono stati fissati . Se manca il cervello, baricentro strategico strategico dal quale partire, per orientare in senso positivo il funzionamento del clima relazionale, è come tagliare le ali ad un’aquila. Ieri si era orgogliosi del passato, 9 anni di serie A, oggi si è gelosi del futuro. Degli uomini che hanno contribuito a fare grande la Reggina di ieri, qualcuno come Franco Iacopino, si è affermato altrove, qualche altro, si è defilato dal calcio, qualche altro ancora ha provato ,con modestissimi risultati , in quasi tutte le categorie. Probabilmente nel caso Reggina le competenze dei singoli erano tra loro complementari se si scarta , per definizione, la teoria Palazzi/Moggi.
UN IPOTIZZABILE FUTURO AMARANTO
Ogni anno abbiamo sentito lo stesso stornello, anche dopo la vendita di Rolando Bianchi, : prima vendere e poi…comprare …con i saldi di fine stagione. Più volte abbiamo lanciato un messaggio che è rimasto inevaso e qui vogliamo ripetere : AZIONARIATO POPOLARE . Si tratta di una pratica aziendale che consente la proprietà della squadra anche ai tifosi che assumono la veste di soci e dirigenti della Società , che coinvolge o responsabilizza un maggior numero di soggetti nelle sorti dell’impresa.Esempio tipico di azionariato popolare sono il Barcellona di Messi con 163 000 soci, il Real Madrid, l’ Osasuna,la Roma, che diffonde già messaggi per la campagna abbonamenti 2014-15, l’Hellas Verona ed altre squadre minori italiane.In Germania dal 1999 esiste una legge secondo la quale nessun club può essere di proprietà di un singolo azionista per più del 50%. Il Bayern Monaco è di proprietà per il 9% di Audi, 9% di Adidas,9% di Allianz e 73% dei tifosi. Se questa è una pratica giuridicamente possibile, perché non adottarla anche a Reggio ? Se il Patron Foti, vuole conservare il posto in cabina di regia, nessuno potrebbe negargli il possesso del 50% delle azioni,e forse qualcosa in più, visto che l’ambiente imprenditoriale Reggino… non è quello di Cesena. Tale pratica potrebbe avere l’effetto di far rinascere l’interesse per la squadra , la disponibilità di una platea maggiore rispetto all’attuale zoccolo duro, iniettare fiducia e disponibilità nel mondo del calcio, esterno alla Reggina, che al momento è molto marginale o assente, come dimostra il rifiuto a Giugno di diversi allenatori( che poi sono stati esonerati dalle squadre dove hanno approdato) di venire a Reggio e di alcuni calciatori a Gennaio.
La partita di Siena è servita per mettere in vetrina altri pezzi pregiati dell’officina S.Agata ( come ama definirla Foti ) anche se tutti dobbiamo guardarla la squadra, dalla prossima stagione, come una nobile decaduta.Ma non è scritto da nessuna parte che se si riuscisse a superare l’attuale momento un nuovo ciclo non si potrebbe riaprire. Per quanto il S. Agata possa sfornare qualità, non è sufficiente a coprire le spese di gestione. Ieri sera Gagliardi e Zanin hanno continuato nell’esperimento di mettere in vetrina ragazzi della Primavera. Non appare ipotizzabile affrontare il campionato di Lega Pro, attingendo integralmente alla “cucina casalinga”. Il Siena, anche se in difficoltà economiche, ha dimostrato il giusto mix tra giovani ( Spinazzola, Schiavone, Cappelluzzo ) e calciatori d' esperienza (Rosina, Giacomazzi, Valiani, Lamanna) che hanno controllato a piacimento il centrocampo, senza forzare.Note certamente liete per la Reggina, Coppolaro , Bochniewicz, Maza che forse, si sarebbero potuti lanciare prima.Auguriamoci che in Lega Pro si riesca a colmare la lacuna che ha afflitto la Reggina delle ultime stagioni : un centrocampo che non solo si limita all’ interdizione , ma riesce a fare ripartire la squadra in fase di possesso.