PECUNIA NON OLET...( Il denaro non puzza)

29.04.2013 12:47 di  Franco Cleopadre   vedi letture
PECUNIA NON OLET...( Il denaro non puzza)
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© foto di Federico Gaetano

Il commento che segue è scritto a 4 mani con il contributo dell’amico Demetrio Pavone nativo di Reggio,ma residente da oltre 40 anni a Mestre e  da sempre “ammalato” di REGGINA. Sabato ha assistito al Granillo alla partita con il Brescia ed assieme abbiamo pensato e scritto questo commento...

PREMESSA

In casa amaranto c’era tanta attesa e quindi speranza, non solo per la precaria posizione di classifica, ma anche per il rientro di Comi e Di Michele, oltre che del reintegrato Sarno. Il Brescia era privo non solo dello squalificato Budel , sostituito da Rossi, ma anche di Corvia, Saba e Maxi Arias.Il Granillo ha  presentato la solita ,modesta, cornice di pubblico e a parte i ragazzi della curva Sud, nessuna spinta emotiva è venuta alla squadra dagli altri settori .Come mai la Società non ha attivato qualche iniziativa  promozionale per incrementare le presenze allo stadio? In città corrono voci strane. Cosa bolle in casa amaranto? E’ possibile perdere una partita,anche se contavi  molto su quell’incontro per accrescere le probabilità di  salvezza o evitare i play out…o la retrocessione diretta. Ma quando la tua squadra, soffre e perde,allora non ti rimane che  pensare alla qualità  dei singoli e quindi al valore tecnico dell’organico . Pozzo, Bearzot e Lippi, hanno vinto  4 campionati del mondo, facendo  leva sia sulle strategie di gioco, che sulle  qualità di uomini come Colaussi, Meazza, Zoff, Tardelli, Paolo Rossi, Del Piero, Totti,… per citarne alcuni.

LA REGGINA OGGI

Dove sono questi giocatori, anche se con le dovute proporzioni , nell’odierna  Reggina, il cui vivaio non riesce più a sfornare qualità ? Neanche i tre grandi allenatori di cui sopra, messi assieme, riuscirebbero a far tornare i conti  a questa squadra, afflitta ,tra l’altro, da discontinuità di risultati, Dionigi e Pillon ,non sono riusciti a dare concretezza   alla manovra offensiva . Il problema rimane sempre quello del tiro in porta. I portieri ospiti, a Reggio , spesso vengono in vacanza .Di tiri in porta, sabato, ne abbiamo visto solo un paio del Brescia, andati per fortuna fuori . Nel raggio  dei  20/25  metri  dalla porta avversaria, siamo sempre dominati /aggrediti,  dai difensori avversari che riescono spesso a prendere le misure agli  attaccanti. Manchiamo di dinamicità, siamo troppo attendisti. Manovre lente e ridondanti, passaggi e passaggetti in orizzontale , raramente verticali o trasversali , al massimo indietro , solletico per gli avversari e che non portano punti in classifica.  Definiamo questa  impostazione di gioco,  “SINDROME  DA PILATO”, che tradotta  in linguaggio pratico significa : “Mi libero della palla e poi provvederà l’altro a costruire il gioco…”. Questa  non è personalità, anzi ne denota carenza,  insicurezza, paura di sbagliare  bassa autostima. Da Ely ad Adejo e questi a Sarno che per eccesso di “driblomania” viene bloccato, con conclusione dell’azione amaranto. Con questo non intendiamo, assolutamente, scaricare su Sarno tutte le colpe  degli insuccessi amaranto, ma è un atteggiamento che a volte spazientisce il pubblico e fa perdere l’attimo propizio al compagno smarcato. Con lui si potrebbe creare un po’ di movimento in fase offensiva , ma spesso viene sostituito , con evidente calo delle prospettive di successo. Ieri lamentavamo la mancanza del regista  di centrocampo e credevamo di averlo trovato in Colucci. Purtroppo ,il pugliese , è riuscito solo parzialmente  a colmare il vuoto di far fare alla squadra il salto di qualità. Ulteriori problemi potrebbero sorgere  se  la vena realizzativa di Di Michele , Comi e Gerardi  si  dovesse inaridire…anche se  è difficile quantificare il numero di palle giocabili  che gli stessi possono gestire nel corso della gara .

QUADRO TEORICO DEL CALCIO

Il calcio è sport collettivo. Il successo  è frutto dell’unione e dell’impegno di tutti,riserve comprese .Per  ottenerlo occorrono  : altruismo ( vedi il Barcellona di Guardiola ), determinazione ( vedi l’attuale Bayern di Monaco) , semplicità ( vedi Pirlo ),personalità ( vedi la Juve di Conte ), aggressività ( vedi tante difese contro le quali  andiamo spesso a cozzare ) autostima ( vedi Reggina di qualche partita di Pillon ),energie mentali e fisiche ( vedi partita con Bari  e Juve Stabia, squadre , sulla carta più forti della Reggina, ma che abbiamo  controllato  in virtù della volontà di vincere),coordinazione testa/piedi... Il quadro che abbiamo delineato,vuole essere solamente teorico, ma siamo certi che se gli atleti che compongo l’attuale  rosa amaranto, ne tenessero  minimo conto di esso, nel corso della partita, qualche cosa in più la otterrebbero. Questa riflessione ci conduce alle domande : “Come mai in altre partite sono stati tirati fuori gli attributi e ciò non si è ripetuto, o si tirano fuori negli ultimi minuti come avvenuto con il Brescia ?  E’ stato concordato  tra squadra e Società, l’eventuale premio salvezza ? E’ sempre valida la massima latina “ Pecunia non olet “( Il denaro non puzza )?

I PLAY OUT

S’intravedono...anche se a distanza…per alcune squadre, Reggina compresa. L’Ascoli, al momento ,ci sembra in caduta libera, anche per il pessimo rapporto che intercorre fra squadra e tifoseria e si recherà a Brescia. Vincere a Cittadella significherebbe non solo risollevare il morale di squadra ed ambiente,ma mantenere la quintultima posizione che ci consentirebbe di affrontare con maggiore serenità la partita con il Grosseto in casa .Il  Vicenza dovrà vedersela con l’Empoli che nelle ultime 4 partite ha tre vittorie e una sconfitta  Sorprese potrebbero arrivare da La Spezia-Lanciano,il cui apparente possibile pareggio potrebbe alla fine non risultare utile.

LA PARTITA

La Reggina parte discretamente ,ma al 4’ Finazzi imbecca Caracciolo che tira forte,ma non conclude .Dopo qualche minuto Caldirola entra su Comi con il gomito  alto e si becca l’ammonizione.Verso la metà del primo tempo, la Reggina tenta di sfondare centralmente con le serpentine di Sarno e la velocità di Di Michele,ma senza esiti. Al 28’ episodio chiave della partita. Arcari ,in uscita si scontra con Comi  in piena area di rigore e il modesto arbitro Di Bello di Brindisi,indica, ben visto da noi, il dischetto del rigore. Il pubblico esulta, ma dopo qualche istante ,lo stesso Di Bello ritorna sui suoi passi e concede al Brescia la rimessa dal fondo. Il primo assistente gli ha fatto cambiare idea.Dopo qualche minuto,lo stesso direttore di gara espelle per proteste il tecnico della Reggina, che in sala stampa dirà di essersi rivolto ai suoi giocatori. Si chiude il primo tempo senza acuti e al 53’ il Brescia passa in vantaggio  con tiro di testa di De Maio,che su calcio d’angolo dalla destra sovrasta Hetemaj e mette in rete. Il goal ricorda per certi aspetti quello realizzato sabato scorso all’ultimo secondo a Crotone da Freddi. A nulla servono i cambi operati da Pillon, per riequilibrare le sorti dell’incontro.A fine gara il tifoso reggino è deluso e amareggiato,mentre esultano i circa 50 Bresciani,presenti in  tribuna ospiti. Le rondinelle ,non hanno perso i contatti nella corsa ai play off, anche se hanno vinto tutte,tranne il Novara raggiunto nel finale sul 3-3 dal Padova.

Nostro gradito ospite di oggi  è l’amico, Franco Leotta, Cardiologo e internista presso il Policlinico di Padova.Da sempre innamorato della sua Reggina,la segue e ne soffre per le alterne vicende. Per telefono ci ha detto:

“La partita di ieri mi ha lasciato completamente annichilito. Eravamo una decina di tifosi, tutti che lavoriamo al Policlinico di Padova, e siamo ritornati interdetti . Ringraziamo a Dio che non eravamo nessuno di guardia in quanto  incapaci di intendere e di volere. Non so più a quale Santo rivolgermi affinchè ci salvi, perchè se la Reggina va in Lega Pro, scompare il calcio a Reggio. E’ bene che il Presidente Foti, consegni la squadra a qualcun altro, perché ormai ha fatto il suo percorso. Ci ha presi in giro con la storia dei bilanci. Ci ha portato tre vecchiotti per svernare a Reggio Calabria,non ha dato nessuna svolta, ed ha cercato di avere il massimo profitto con il minimo sforzo. Avevo stima di Lui. Abbiamo fatto anche  assieme un viaggio aereo  e gliela  ho esternata. .Adesso mi ha deluso nella maniera più assoluta, per cui l’unica cosa che Le consiglio, Presidente, è di cedere la squadra e farsi una  buona pensione.."