AUTOCONVOCAZIONE" , AL TRAMONTO, PER DISCUTERE L'ETERNO TEMA ALL'ORDINE DEL GIORNO " REGGINA ".
Cosa avrà detto alla squadra il Presidente nell’intervallo ? E’ stata questa la domanda più ricorrente circolata negli “austeri salotti di Piazza San Giorgio al Corso “, di Reggio, dove giovani e meno giovani, si “autoconvocano” , al tramonto, per discutere l’eterno tema all’ordine del giorno “ Reggina “. Le ipotesi sono state molteplici : “ Tirate fuori gli attributi, se c’è li avete” o “ Se perdiamo questa partita le porte della Lega Pro, da socchiuse ,diventano spalancate” o “In lega Pro,anche le vostre quotazioni di mercato vanno in caduta libera” o “ Persa per persa,giochiamo senza paura, poi si vedrà…” o “Perdiamo ma con l’onore delle armi “ “Continuando così,solo un miracolo ci può salvare dai play out “ “ Se portiamo punti da Cittadella… “ e le ipotesi potrebbero continuare.
LA PARTITA
Le squadre scendono in campo senza : la Reggina di Lucioni, Comi, Sarno,Freddi e il Cittadella di Dumitru e Pellizzer .
PRIMO TEMPO
I Cittadellesi sono padroni del campo : primi su ogni palla, scambi veloci e penetranti, assalti continui alla porta di Baiocco . Ciò fa emergere la loro supremazia territoriale per possesso palla, pericolosità, capacità di verticalizzare e giungere al tiro, fino a quando all’8’ la palla perviene a Schiavon, che innesca Di Nardo che fa partire VitoFrancesco sul cui tiro Baiocco si salva con i piedi,ma la palla ritorna a Schiavon che tira e su deviazione di Antonazzo la palla arriva a Di Nardo che d’impeto mette in rete.Il Cittadella è in vantaggio.Se la memoria non mi tradisce Di Nardo aveva già segnato a Reggio con il Padova il primo anno di serie B. Chi si attendeva la reazione amaranto è rimasto deluso per tutto il tempo. Dal confronto con i Veneti, i Calabresi sono risultati perdenti nei contrasti uomo/uomo , nella capacità di creare occasioni da rete , mantenere il possesso palla e con lanci spesso fuori misura o preda di Coly e compagni . I Calabresi hanno varcato la linea di metà campo solo al 23’ , quando Rizzato penetrato in area avversaria porge a Colucci che dal limite sinistro dell’area di rigore cittadellese, lascia partire un morbido lancio che viene intercettato dalla difesa di Foscarini, mentre a qualche metro Gerardi era tutto solo. A questa azione fa seguito la susseguente di sfondamento dello stesso Gerardi al 27’ ,che Colucci conclude con tiro alto . E’ questo il migliore periodo offensivo della Reggina del primo tempo, quando cioè cerca il risultato,ma non lo trova per probabile mancanza di lucidità e tranquillità.
SECONDO TEMPO:
Lo spettro della sconfitta aveva reso nel primo tempo, la squadra di Pillon ingessata, nei singoli e nel collettivo , lenta e prevedibile nella manovra , quindi incapace di impensierire la difesa avversaria. Nella ripresa Pillon continua a sbracciarsi prima di passare ai cambi .I padroni di casa riprendono il martellamento e solo all’ 53’ Rizzato dalla sinistra lascia partire un cross per il centro area , che Antonazzo in corsa deposita tra le braccia di Cordaz. Ora gli amaranto sono più aggressivi ,corrono su ogni palla ,raddoppiano la marcatura, verticalizzano con maggiore frequenza, controllano meglio la gara,le maglie tra uomo e uomo si sono ristrette e il fraseggio risulta molto più incisivo. L’allenatore amaranto, visto il momento buono, aumenta il potenziale offensivo sostituendo il difensore Ely con la punta Fishnaller ( 59’).La musica tende a cambiare, i padroni di casa hanno abbassato il baricentro ed i Reggini,hanno preso coraggio. Le parti ,rispetto al primo tempo, sembrano invertite. Nei Calabresi sono subentrati il coraggio e la speranza, mentre la paura, o l’ansia per il secondo goal s’impossessa dei Veneti. I Calabresi attaccano , Di Michele tenta più volte la via della rete e anche Antonazzo spesso abbandona la linea di difesa per dar man forte all’attacco, assieme a Colucci che è avanzato oltre la linea mediana .La svolta della partita si ha però al 73’,quando Barillà lascia il posto a Campagnacci. Alla seconda palla che il subentrato n° 19 tocca, dalla sinistra fa un lancio verso il centro che Di Michele, a detta dei padroni di casa colpisce con la mano, per cui la palla arriva a Gerardi che a porta vuota pareggia il conto dei goal. 1-1.Lo stesso Campagnacci prova ancora il tiro al 34’.Il Cittadella attacca con il difensore Ciancio all’ 82’ e sul suo cross si scontrano di testa Baiocco e Paolucci, con il portiere reggino che deve ricorrere alle cure mediche. Si arriva così al 90’ quando Di Michele porge a Campagnacci una palla in piena area di rigore avversaria.L’attaccante reggino, rispolvera le sue ottime qualità di realizzatore e di sinistro batte Cordaz.Cittadella 1-Reggina 2. Il miracolo si è avverato . Il risultato non cambia neanche nei 5 minuti di recupero che assegna l’arbitro Nasca.
CONSIDERAZIONI FINALI:
La Reggina non solo esce vittoriosa dal Tombolato, ma distanzia di 5 punti l’Ascoli e qualora riuscisse a mantenere invariato il distacco anche nelle due successive partite ,sarebbe automaticamente salva, senza passare per i play out. Ieri eravamo al 70% candidati ai play out, oggi abbiamo lo stesso 70%, ma stavolta di probabilità di salvezza diretta. Un pensierino ce lo facciamo, perché siamo fiduciosi che la squadra , meno carica di tensione, si esprimerà al meglio contro il Grosseto che come abbiamo visto, pur retrocesso, ha recuperato due goal al Varese.
Nostro gradito ospite, Franco Caccamo, che ha collaborato con Rocco Musolino, per la radiocronaca da Cittadella:
All’inferno e ritorno, due parole, per sintetizzare il pomeriggio vissuto al Tombolato. Un vero e proprio spareggio salvezza, novanta minuti in cui il Cittadella ha il sostegno dei propri tifosi e di una buona fetta di tifoseria cadetta, perché battere la Reggina significa permanenza in B assicurata assieme ad altre cinque squadre.
Tutto sembra andare per il verso giusto complice la Reggina, la cui presenza sul terreno di gioco appare simbolica, tanto che i padroni di casa, pur senza strafare, si ritrovano in vantaggio dopo appena sei minuti. La prevedibile reazione tarda ad arrivare, la manovra è farraginosa e si riesce a sbagliare anche il più elementare dei passaggi. Bepi Pillon urla e si sbraccia cercando di scuotere i suoi ragazzi, dalla curva arriva l’incitamento del folto gruppo di tifosi amaranto che invitano a lottare. In effetti il tempo c’è e con l’avanzamento di Colucci cambia qualcosa: la squadra guadagna metri sul campo e si fa vedere dalle parti di Cordaz anche in maniera pericolosa, mentre il Cittadella si accontenta di controllare la partita. Quando l’incerto Nasca fischia la fine dei primi quarantacinque minuti, si ha la sensazione che il secondo tempo possa essere tutta un’altra musica.
In effetti la Reggina torna in campo con un altro piglio, Pillon inserisce Fishnaller e la squadra, spesso in maniera confusa, si riversa nella metà campo avversaria creando situazioni pericolose, ma non tali da poter impensierire il portiere avversario. L’ingresso di Campagnacci, a venti minuti dalla fine, è un mix di consapevolezza e disperazione, la Reggina carica a testa bassa ed al minuto settantacinque anche Di Michele si ricorda di essere della partita: raccoglie il traversone di Rizzato ed invita Gerardi a depositare in rete a porta vuota. Esplode la gioia dei sostenitori amaranto che adesso ci credono, il Cittadella sembra un pugile suonato, gli amaranto se ne accorgono e continuando a cingere d’assedio l’area avversaria.
Adesso sul Tombolato l’aria è pesante e l’intera e preoccupata tribuna ha gli occhi puntati sulla lavagna luminosa del quarto uomo per conoscere l’entità del recupero. Sul terreno di gioco, intanto, ancora Di Michele regala un assist: serve al limite per Campagnacci che finta il tiro, manda a sedere l’avversario per poi piazzare all’incrocio dei pali, là dove Cordaz non può mai arrivare. E’ il gol che, oltre a mandare in delirio i tifosi reggini, può valere la permanenza nella serie cadetta e le notizie giunte dagli altri campi ci fanno capire ancor di più l’importanza di questa vittoria. La sconfitta del Vicenza scongiura in maniera definitiva una possibile retrocessione diretta, quella dell’Ascoli amplia la forbice tra quartultimo e quintultimo posto: ad oggi, con cinque punti di vantaggio, non si disputerebbero nemmeno i play out. Come dire…. bentornati in Paradiso.
Francesco Caccamo