Atzori si è assunto la sua parte di colpe per le scelte iniziali
Il tifoso si chiede : Perché ? Il dubbio è riferito alla formazione dello Stretto, mandata inizialmente in campo .Perché si chiede il tifoso, pur sapendo di giocare contro una squadra, che non perde in casa da 9 gare ,il tecnico di Collepardo, ha osato tanto, fino al punto di privarsi dall’inizio di Di Michele e Strasser ? Siamo uomini o caporali, avrebbe detto Totò. Perché , si chiede il tifoso, il centrocampo è stato privato di un uomo possente e di qualità come Strasser e la fase offensiva dell’apporto di Di Michele, uomo di esperienza, che ha la geometria nei piedi , riesce a districarsi fra una selva di gambe, o incutere sudditanza psicologia ad una squadra , composta per buona parte da ragazzi provenienti dalla Lega Pro? Probabilmente Atzori sperava di concludere il primo tempo sullo 0-0 o al massimo con qualche goal al passivo, come era successo con la Juve Stabia, per poi sferrare l’attacco nel secondo tempo, sottovalutando 7 possibili variabili , per cui alla fine, le sue scelte si sono dimostrate “ falli da rigore”.
1) L’infortunio di Benassi
2) Che il Trapani avesse uno Diuric in più in attacco che né Adejo ,né Lucioni, sono riusciti a contenere nell’azione delle due reti.
3) Che il brasiliano Adriano, ha la classica mentalità brasiliana, fatta di scatti, ,dribling, finte e buone ripartenze, ma alla fine, ( vedi ,ad esempio 2’ di gioco e 24’ ) … la barca tornò sola,… recita la vecchia canzone di Ruccione e Fiorelli.
4)Che Dall’Oglio, pur non demeritando, come esordio, non ha dato l’apporto di concretezza e qualità, che il caso richiedeva. E’ stato più impegnato a difendere che ad offendere. L’ esordio, l’avremmo visto meglio in una partita emotivamente e tecnicamente meno impegnativa.
5)Gerardi nel primo tempo è apparso spesso isolato, doveva fare reparto da solo. Dall’Oglio, schierato a suo supporto , è stato più votato alla fase difensiva , per cui Gerardi da solo, non ha punto .
6) Ciò ha permesso ai trapanesi di vivere sereni in difesa e quindi permettere a Pacilli sulla destra e Nizzetto sulla sinistra, di scorazzare a piacimento, costringendo gli esterni calabresi, Da Silva e Foglio, più ad un lavoro di copertura che di spinta, come spesso fanno.
7) Che la Reggina ,dopo la prova con la Juve Stabia, sarebbe scesa in campo con le batterie tendenzialmente scariche.
Sono mancati il giro palla , le geometrie, l’impensierimento del portiere avversario, con esclusione della traversa di Di Michele al 55’. Le due sostituzioni ad inizio ripresa, non hanno sortito l’effetto sperato, in quanto il Trapani aveva già acquisito il predominio territoriale ,anche se Maza, lo spagnolo del Barcellona, non ha tradito la scuola dell’ex Guardiola, smistando immediatamente la palla una volta ricevutala, senza forzare in presenza dell’avversario. Questa è una positività in quanto significa avere chiaro il concetto che il calcio è un gioco di squadra e non una partita a scacchi. il primo tempo, lo abbiamo regalato su un vassoio d’argento alla squadra di Boscaglia ,e nel secondo , quando il risultato era al 65% compromesso, non siamo stati capaci, non dico di pareggiare o vincere l’incontro,ma almeno di impensierire gli avversari.
Ma è questo il momento di recitare il de profundis? Certamente no. Per ritornare alle canzoni “ Non sempre si può vincere”. Pur se amareggiati per la sconfitta, per la quale Atzori si è assunto la sua parte di responsabilità per le scelte iniziali, è compito anche di chi come noi può orientare il tifoso , virare verso la speranza e non lo sfascio. Siamo dell’idea che alla prossima partita contro il Novara, degli ex Aglietti e Comi, qualunque, sarà il risultato, non si possa o debba pensare in termini ultimativi. Il Mr e i ragazzi hanno bisogno non solo di lavorare come spesso dice l’allenatore, ma di lavorare in pace, ed evitare per quanto possibile tensioni. Abbiamo preso 4 goal, e più che andare alla ricerca dei globuli bianchi , rossi o verdi , cerchiamo di far tesoro degli errori commessi. A noi , dall’esterno, il compito di abbozzare la diagnosi, ai tecnici quello di individuare la giusta terapia ,nella convinzione che ci sono le condizioni umane e tecniche per affrontare il problema e riportare il sorriso sulle labbra dell’ambiente, sapendo di avere un allenatore che ha la psicologia nel DNA e la motivazione come grande risorsa.