"Saremo noi a non farlo sentire escluso", la sentenza sulla bancarotta della Reggina Calcio pone una problematica per il sindaco Falcomatà
"Credo che chi è stato protagonista in quegli anni, ha ancora qualcosa da dare. E se nessuno glielo chiede, saremo noi a non farlo sentire escluso", parole del sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, datate 23 aprile 2024, espresse nel corso del suo intervento alla trasmissione Momenti Amaranto su Touring.
Appena qualche giorno dopo è arrivata la chiusura del fallimento della Reggina Calcio 1986 spa, quanto meno a livello di responsabilità dei singoli responsabili dell'allora club amaranto. L'allora presidente Lillo Foti ha patteggiato un anno e sei mesi per le varie imputazioni della Procura di Reggio Calabria
Quanto meno imbarazzante il fatto che persino il Comune di Reggio Calabria abbia subito un danno dal fallimento del club:
Nel bilancio della Reggina Calcio Spa Foti e Ranieri annotavano «Crediti vs Comune per migliorie su Stadio Granillo» per un importo che sfiorava i 3 milioni di euro «appostandoli – scriveva il pm – come immobilizzazioni immateriali, con conseguente ammortamento dell’apparente costo». Dalle indagini, invece, è emerso che quel credito era inesistente, in quanto la maggior parte dei lavori e degli impegni contrattuali assunti dalla Reggina non erano stati rispettati, ma all'esito delle reali compensazioni tra le parti, era il Comune di Reggio Calabria a vantare un credito nei confronti della fallita.
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Lillo Foti non ha ovviamente alcuna "colpa" di essere stato interpellato dal primo cittadino, piuttosto si pone una questione politica sull'opportunità di chiamare in causa una persona che, avendo comunque scritto pagine indimenticabili dello sport reggino e nazionale, ha anche dalla sua un precedente non troppo edificante con Palazzo San Giorgio.